lunedì 12 dicembre 2011

In grande maggioranza gli abnormi sono in grado di pensieri e di emozioni normali, e ciò rende ancora più straziante la loro esistenza



Sin dai tempi più remoti tutto ciò che esulava dalla norma era considerato come un segno di sventura o come una raffigurazione del male. I simboli delle disgrazie e delle avversità erano invariabilmente rappresentati con figure mostruose, e gli atti più crudeli e malvagi sono stati attribuiti ai molti tiranni mutilati e deformi dell'Europa e dell'Asia. Nella storia, nella religione, nel folklore e nella letteratura abbondano figure fisicamente repellenti, sempre schierate dalla parte del male. Golia, Calibano, Frankenstein, Riccardo di Gloucester, Tom Thumb e il Kaiser Guglielmo non sono che alcuni dei nomi famigerati in tutto il Mondo.


La nascita anormale è considerata una disgrazia, e i neonati deformi, in passato, venivano abbandonati alle intemperie per farli morire. Se per caso uno di questi capricci della natura riusciva a sopravvivere veniva considerato con sospetto per tutta la vita. La società stigmatizzava la sua deformità e la famiglia in seno alla quale nasceva ne sentiva il peso e la maledizione.


Di tanto in tanto uno di questi sventurati veniva accolto a corte, ma solo per essere deriso e ridicolizzato dai nobili che si divertivano alle sue spalle. La stragrande maggioranza veniva abbandonata a un'esistenza di mendicità, di ruberie e di fame. L'amore per la bellezza fisica ha radici profonde e risale agli albori della civiltà. La repulsione che proviamo di fronte agli abnormi e ai mutilati è il risultato del lungo condizionamento inflittoci dai nostri antenati. Ma in grande maggioranza gli abnormi sono in grado di pensieri e di emozioni normali, e ciò rende ancora più straziante la loro esistenza.

Da Freaks di Tod Browning

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