Questo è uno Stato (la S maiuscola è per chiarezza, mica per rispetto) in cui gli innocenti devono aver paura. Perché cerca continuamente, sistematicamente, di fregarti e di incastrarti. Ti ruba i soldi, ti tratta male, ti umilia. E queste sono solo le piccole cose quotidiane, non parliamo di chi finisce in galera per anni come Valpreda, o all'ergastolo dopo vent'anni di processi. E' uno Stato infame, ladro e assassino, fin dai tempi di Pinelli, e non c'è nessuna lapide là dove l'hanno buttato giù dalla finestra della questura, mentre dove hanno ammazzato poliziotti e fascisti ci sono sì, lapidi e fiori sempre freschi. Ma che dico, fin da Bava Beccaris, fin da Garibaldi (...). E' solo per dire che è sempre stato uno Stato delinquente e mascalzane, che si autoriproduce, insegna e impone ai cittadini a essere a loro volta delinquenti e mascalzoni. Gli insegna, tollerandoli, a comprare le sigarette o i Bic di contrabbando, a evadere le tasse, a trovare mille gabole per aggirare truffandola una burocrazia truffaldina e corrotta. Ha insegnato a sparare, negli anni di piombo, insegna ora a fregarsene, in questi anni di merda. E solo se impari, se diventi anche tu cafone e becero come gli impiegati dietro gli sportelli, ipocrita e corrotto e corruttore, mafioso e ladro e assassino, solo se entri nello Stato, lo Stato ti accoglie. Ma se sei innocente, se sei una brava persona, gentile, civile, onesta, allora sì che sei in pericolo, sì che devi aver paura. Devi nasconderti come un carbonaro, come un anarchico, come un cospiratore. E se ti trovano, puoi solo avere ancora più paura...
Tiziano Sclavi, Non è successo niente, Arnoldo Mondadori Editore, 1998, pag. 233
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